“Roots Deep in Time”
Italy, a mosaic of contradictions, a country in perpetual motion, suspended between tradition and modernity. From the south to the north, I have sought to capture the soul of this land, to tell the stories of men and women who strive to keep their roots alive.
I began in the Marche, my native region, where small-scale farmers, silent heroes, fight an unequal battle against time and market forces. Their fields, like open wounds in the heart of the countryside, tell of an agriculture that is disappearing, dragging with it a way of life and thinking that has marked centuries of history.
Their stories led me to think about the abandoned mines of Sardinia, those places where the earth vomited up riches and was then abandoned, like an exhausted body. There too, men and women dedicated their lives to hard and tiring work, but today those villages are silent, the wells sealed.
In these stories of abandonment and decline, I found a common thread: the loss of identity, of a connection to the land and one’s origins. But I also found hope, the desire to resist, to continue to cultivate one’s dreams, despite everything.
I have met fishermen who defy the sea every day, artisans who pass down ancient knowledge, young people who choose to return to their hometowns to revive local businesses. They are stories of rebirth, of communities reorganizing themselves, of people who still believe in the future.
Italy is a complex country, made up of light and shadow, joys and sorrows. But it is also a country rich in history, culture, and beauty. And I, with my camera, try to tell it as it is, in all its entirety, with its contrasts, its fragility, and its extraordinary vitality.
“Radici che affondano nel tempo”
L’Italia, un mosaico di contraddizioni, un paese in perenne movimento, sospeso tra tradizione e modernità. Da sud a nord, ho cercato di cogliere l’anima di questa terra, di raccontare le storie di uomini e donne che lottano per mantenere vive le proprie radici.
Ho iniziato dalle Marche, la mia terra d’origine, dove i piccoli agricoltori, eroi silenziosi, combattono una battaglia impari contro il tempo e le logiche di mercato. I loro campi, come ferite aperte nel cuore della campagna, raccontano di un’agricoltura che sta scomparendo, trascinando con sé un modo di vivere e di pensare che ha segnato secoli di storia.
Le loro storie mi hanno portato a pensare alle miniere abbandonate della Sardegna, a quei luoghi dove la terra ha vomitato ricchezze e poi è stata abbandonata, come un corpo esausto. Anche lì, uomini e donne hanno dedicato la loro vita a un lavoro duro e faticoso, ma oggi quei villaggi sono silenziosi, i pozzi sigillati.
In queste storie di abbandono, di declino, ho trovato un filo conduttore: la perdita di un’identità, di un legame con la terra e con le proprie origini. Ma ho trovato anche la speranza, la voglia di resistere, di continuare a coltivare i propri sogni, nonostante tutto.
Ho incontrato pescatori che ogni giorno sfidano il mare, artigiani che tramandano saperi antichi, giovani che scelgono di tornare nei loro paesi d’origine per rilanciare le attività locali. Sono storie di rinascita, di comunità che si riorganizzano, di persone che credono ancora nel futuro.
L’Italia è un paese complesso, fatto di luci e ombre, di gioie e dolori. Ma è anche un paese ricco di storia, di cultura, di bellezza. E io, con la mia macchina fotografica, cerco di raccontarla così com’è, nella sua interezza, con i suoi contrasti, le sue fragilità e la sua straordinaria vitalità.